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POMODORI PELATI

La SICA s.r.l. si colloca tra le maggiori e moderne aziende di trasformazione del pomodoro operanti in Europa, con una capacità di circa 80.000 tonnellate di prodotto fresco lavorato all’anno.

L'azienda nasce nel 1991 gazie alla voglia del suo fondatore e della sua famiglia, di una nuova sfida nel settore in cui i predecessori avevano sempre operato.  

L'azienda commercializza i suoi prodotti in Italia e all'estero con i marchi propri "SICA" e "BUON SOLE" o, a richiesta, con marchio del cliente stesso.

Il nostro obiettivo è quello di fornire un prodotto con elevate caratteristiche nutrizionali e che contemporaneamente conservi, nel modo migliore, le fragranze del pomodoro fresco.

A tale scopo, i prodotti ottenuti devono rispettare standard qualitativi interni (che vengono tenuti sotto controllo costantemente da personale specializzato e da consulenti esterni), sia per quanto riguarda le qualità organolettiche che per le condizioni igienico-sanitarie di produzione.

Tutto il ciclo produttivo avviene nel massimo rispetto delle norme di sicurezza sul lavoro, perchè abbiamo a cuore prima di tutto la salute dei nostri  operatori.

Grazie a questi valori abbiamo costruito negli anni un ambiente aziendale il più possibile salubre e psicologicamente stimolante, assicurando, in tal modo, condizioni ambientali e lavorative ottimali. 

  

 

Tutti i prodotti sono ottenuti, esclusivamente, con pomodoro fresco proveniente dalla Puglia, Campania, Basilicata, Calabria e Lazio, senza l'aggiunta di conservanti o antiossidanti che possano modificarne le proprietà e le caratteristiche organolettiche.

Il pomodoro che utilizziamo è naturalmente dotato di tali principi attivi che non vengono significativamente denaturati dai trattamenti meccanici di lavorazione né tanto meno dai cicli di sterilizzazione.

Il nostro fiore all'occhiello è la velocissima linea di scatole in banda stagnata che consente di produrre fino a 14.400 sct/h, e grazie ad una straordinaria flessibilità della stessa, tutti i prodotti in scatola sono realizzati con la stessa linea.

 

Certificazioni

 

  Gli investimenti effettuati negli ultimi anni sono serviti, servono e serviranno, oltre a migliorare la qualità del prodotto e del processo per la salvaguardia della sicurezza del consumatore al rispetto delle normative europee sulla sicurezza e sull'ambiente.  
  Infatti, l'Azienda è attenta ai continui aggiornamenti sulle tecnologie innovative che hanno, tra l'altro, l'obiettivo di rendere la struttura sempre pronta a soddisfare le esigenze espresse e tacite dei consumatori finali garantendo elevati livelli qualitativi, di sicurezza del prodotto e del servizio certificati secondo le norme UNI EN ISO 9001:2008 - BRC - KOSHER - HALAL".

 

La storia del pomodoro

Pomodoro e valori nutritivi
Testo di Franco Maestrini
Esperto di storia dell'alimentazione e consulente di questa rivista per le tematiche riguardanti la civiltà materiale.

Il pomodoro, originario del Perù, è una solanacea ricca di vitamine (A e C) e di sali minerali, ha blandi effetti lassativi, alcalinizzanti, diuretici, stimolanti della secrezione gastrica, antiputridi e antiurici.
Dal nome amerindiano di tomatl deriva la maggior parte dei nomi europei, mentre in italiano e in francese gli fu attribuito un nome di fantasia dai botanici (compresente comunque in quasi tutte le lingue).

Il suo uso alimentare presso gli indios, soprattutto nelle salse (il mole, osservato da Bernardino di Sahagun nei mercati messicani e ancora in uso) era già noto ai primi esploratori.
La specie importata in Europa era più delle dimensioni di una ciliegia, dicono le fonti, di odore poco gradevole e di colore dorato per il basso contenuto di licopene.
Confuso con la melanzana, introdotta nello stesso periodo, viene considerato cibo dannoso e di poco nutrimento dai medici del ‘500 e del ‘600 e addirittura velenoso nella credenza popolare, sicché resta confinato a lungo negli orti botanici e nei giardini come curiosità.
In verità il contenuto di licopersicina, l’alcaloide sviluppato dal pomodoro in funzione antiparassitaria, è del tutto trascurabile, anche se è possibile che in origine la pianta ne contenesse di più.
In Italia, probabilmente in ambito popolare, è utilizzato precocemente in cucina come ortaggio da frittura - attesta il medico senese Mattioli alla metà del ‘500 - ma solo nel ‘700 si diffonde nell’uso alimentare, come provano i ricettari, soppiantando l’agresto e gli agrumi come sgrassante e in funzione legante grazie all’alto contenuto di mucillagini, oltre che per il gradevole effetto della sua colorazione.
A parte qualche sporadica citazione in ricettari precedenti il pomodoro trova la sua consacrazione gastronomica nel Cuoco galante di Vincenzo Corrado (1765) con ben 20 preparazioni diverse, mentre la prima attestazione del suo connubio con la pasta si trova nel francese Grimod de la Reyniére (1807) che riferisce forse un uso italiano.
Con la nascita della conservazione alimentare per inscatolamento nella prima metà dell’’800 - in Italia con l’industria di Francesco Cirio (1875) - il pomodoro si affranca dalla stagionalità e dalla localizzazione produttiva che ne limitavano la distribuzione per diffondersi nel mondo intero.

 

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